Lusca ha respiro profondo centoquaranta metri. Rumore sordo, irregolare, inspira ed espira acqua. Acqua che trascina uomini, pesci, barche e attrezzatura. Oggi dovremo tornar indietro.
Sudiamo sotto le mute indossate per metà.
Non avrei mai creduto che la subacquea mi avrebbe portato un giorno in mezzo
alla giungla. Il tragitto dalla jeep al buco blu dura circa dieci minuti, ad
attenderci acqua senza un'increspatura e silenzio. Sembra la giornata adatta.
Controllo ancora il manometro: 240 atmosfere
basteranno ma non riesco ad essere tranquillo, eppure non sono certo un
novellino. Due set di erogatori, uno
principale e l'altro d'emergenza. L'immersione è in completa sicurezza
continuo a ripetermi, ma riesco a
pensare solo a ciò che può andare storto: un cunicolo troppo stretto, il
sedimento che si solleva dal fondo, la visibilità ridotta (ci stai un attimo a confonderti e
poi il panico).
Dannati Indios, è colpa loro se non riesco a
rilassarmi. Raccontano di pescatori scomparsi,
maledizioni, morti dall'animo vendicativo e di Lusca, mostro marino dai sospiri che rieccheggiano dal buco blu
verso gli alberi della foresta tropicale. La paura aumenta mentre ci
prepariamo, ma non vorrei perdere mai quest'immersione, non ho fatto un viaggio
di quattordici ore fino alle Bahamas per poi tornarmene indietro senza
aver visto. Mi dò l'ok con gli altri e scendiamo.
Milioni di alghe unicellulari rendono
l'acqua dei primi metri verde. Ci sono addirittura dei pesci marini, ma come
fanno a essere qui se l'oceano è a centinaia di metri di distanza e come fa
l'acqua a essere salata? E se ci fossero
dei canali nascosti? Mentre continuo a scendere e tutto diventa blu cerco fra
le pareti di roccia. Per poco ci rimango secco: la luce della torcia illumina
un teschio. La guida ci aveva avvisato -
lasciate stare gli antenati o ve ne pentirete: Per ogni morto che esce uno nuovo ne entra. Mi allontano il
più in fretta possibile e faccio attenzione a non muovere niente. Cerco di
controllare come posso il mio ansimare,
potrei anche fermarmi qui e risalire ma voglio vedere cosa c'è in fondo.
L'oscurità mi accoglie, le sagome dei miei compagni appena distinguibili dalle
lampade. La muta cambia aspetto, il tessuto si indurisce. Faccio sempre più
fatica a respirare e mi accorgo che anche l'erogatore è diverso, ha un aspetto più antico. Sarà l'azoto nel sangue che mi confonde? Tutto ciò non può essere vero. Alla
profondità massima un tappeto di archeobatteri, le prime forme di vita che si
svilupparono sul nostro pianeta, piccolissimi ma qui così numerosi da essere
visibili. Uno scafandro ricopre il mio corpo,
la muta non c'è più e con lei le bombole e il resto, l'aria proviene da un lungo tubo di cui non
riesco a vedere la fine. È troppo, devo
tornare indietro. Poco a poco ritrovo colori e vita e con essi il mio
equipaggiamento iniziale.
Annalisa Balistreri
Informazioni
I blue hole sono doline (cavità) carsiche subacquee il cui ingresso si trova al di sotto del livello del mare o nell'entroterra, come nel caso di alcuni blue hole presenti nell'isola di Andros nelle Bahamas. Si formano in seguito a fenomeni di natura carsica avvenuti quando il livello del mare era considerevolmente più basso. La roccia calcarea, formata da coralligeno, crea delle grotte di cui successivamente crollerà il tetto. In seguito all'innalzamento dei mari tali doline vennero riempite dall'acqua marina. Nei blue hole interni si forma grazie alle piogge uno strato superficiale di acqua dolce che isola l’acqua salata dall’ossigeno contenuto nell’atmosfera e impedisce ai batteri di decomporre la materia organica. Subito sotto lo strato di acqua dolce, i batteri sopravvivono consumando solfato (uno dei sali contenuti nell’acqua) ed emettendo come sottoprodotto l'acido solfidrico, che in dosi massicce può causare delirio e persino la morte. Alcuni blue hole furono usati come sepolture dagli Lucayan, tribù che abitò le Bahamas tra il VI e il XV secolo.
Fonti
La Gazzetta dello sport presenta "Sub, la magia del mondo sommerso - Bahamas, tra grotte misteriose e delfini"
Brava Annalisa mi piace davvero tanto. Il mistero,elemento affascinante del nostro pianeta, pianeta capace di stupirci anche quando presuntuosamente ci illudiamo che non abbia più segreti per l'uomo.
RispondiEliminaGrazie a te Adele per i preziosi suggerimenti. L'esser riuscita a comunicare il fascino di questi luoghi e il piacere della scoperta mi riempie di soddisfazione.
EliminaAnnalisa
Grazie Annalisa per questo pezzo tun po' rhiller e un po' ritorno al passato. (Come i racconti sul cibo). Interessanti le notizie sulle blue hole
RispondiEliminaLavoro ben fatto
Fare un'immersione in un blue hole è fra le esperienze più pericolose per un sub a causa delle forti correnti (da cui il mito di Lusca, il mostro marino) e dell'acido solfidrico prodotto dai batteri in quantità così massicce da attraversar la muta e la pelle per poi arrivar ai polmoni. Allo stesso tempo l'immersione è un imperdibile tuffo nel passato perché si passa dalle forme di vita più recenti in superficie a quelle più arcaiche nel fondo. Da ciò l'ispirazione per questo brano che ha coinvolto Adele nel suggerirmi la figura del palombaro.
EliminaGrazie Jole.
Annalisa
EliminaQuesto pezzo trasmette il mistero del buco blu e del suo respiro ancestrale. Un fenomeno interessantissimo a livello scientifico che porta con sé anche tutta una serie di considerazioni culturali. Il senso di mistero è portato all'apice nell'ultima parte: un ritorno al passato che potrebbe arrivare fino al ritorno nel grembo materno. Davvero ben fatto!
RispondiEliminaBellissima analisi, grazie Valeria!
EliminaPossiamo in effetti pensare il mare come al grembo materno da cui si generò la vita sul nostro pianeta. Forse è per questo che si sta così bene quando si scende giù.
Annalisa
Bentornata! Fascino e mistero da sempre accompagnano il mare. Grazie per le tue pagine, notizie particolari.
RispondiEliminaNina
Ben ritrovata!
EliminaAnnalisa
Il magnifico ritorno de Le s..orprese terrestri. Hai scritto una perla sull'affascinante e misterioso mondo degli abissi. Eccellente e straordinaria Annalisa.
RispondiEliminaGrazie Sabino, lieta di averti sorpreso ;-)
RispondiEliminaGli archeobatteri sono proprio il massimo che posso sopportare, per me andare sottacqua è come andare sulla luna ...un viaggio che mi limito a fare in sogno, e anche spesso..ma non è che una piccola immersione potrebbe guarirmi? effetto shock.
RispondiEliminaE chi lo sa Rosa? Quando vuoi ci si può provare. Organizziamo un bel battesimo del mare. Non vedrai gli archeobatteri, ma qualche bel pesciolino. La sensazione di essere un'astronauta quando si va sott'acqua ti assicuro che la si ha senza bisogno di andare sulla luna, è un altro mondo. Grazie per il tuo commento.
EliminaAnnalisa